Carne sintetica.

Intervista al titolare della D&D carni piemontesi di Marene.

Non è corretto dire carne sintetica: è meglio dire carne cellulare. E’ il risultato di un processo di coltivazione cellulare operata in laboratorio su campioni di cellule staminali, prelevate da animali vivi e in salute oppure da pezzi di carne fresca. L’argomento è esploso, tutti ne parlano. Si mormora che entro 30 anni questa tipologia di carne coprirà il 50-60% del mercato mondiale. Ma perché si è arrivati a tanto?

Le motivazioni che hanno spinto i ricercatori ad arrivare fino a qui sono principalmente due: la riduzione dell'impatto ambientale dell'allevamento bovino e la possibilità di produrre carne in modo più efficiente e a costi più bassi.

Nessuno se la prende con i bovini da latte, perché il latte è considerato un alimento base. Nessuno ha nulla da dire contro gli allevamenti di galline, perché le uova sono considerate alimento indispensabile. Sono messe sotto attacco le aziende che allevano bovini da carne, considerate molto inquinanti e responsabili di un elevato consumo di risorse idriche del pianeta. E così i cattivi siamo noi, che siamo nel settore della carne rossa.

La realtà è che il mercato della carne fa gola alle grosse lobby americane, che ora vogliono approdare anche in questo settore. Basti pensare che i Paesi sviluppati consumano in media circa 76 kg di carne pro-capite annui, mentre i cittadini degli Stati Uniti d'America consumano in media 120 kg l’anno.

Chiaramente oggi la produzione di carne cellulare è molto limitata ed i primi a potersi permettere il consumo di questo nuovo alimento saranno pochissimi, a causa dei costi proibitivi. Quando però la tecnica sarà affinata e si riusciranno a produrre quantitativi tali da soddisfare un’ampia fascia di mercato, una volta coperti i costi per la ricerca, i prezzi del prodotto scenderanno e queste lobby avranno trovato immettere sul mercato carne a costo quasi zero.

Certamente con il passare degli anni la carne cellulare avrà la sua fetta di mercato. Ci saranno hamburger, polpette e carni macinate derivate da cellule staminali. Arriveranno nella GDO, nelle mense e ovunque si anteponga il best-price alla best-quality. Sono convinto, comunque che chi vorrà mangiare un buon filetto o una costata, rimarrà fedele all’allevatore. A livello di gusto, ritengo che non ci sarà paragone: chi sceglierà la carne cellulare lo farà solo per motivi etici o di costi.

La maggior parte dei consumatori finali non conosce la realtà delle aziende agricole: le competenze, i sacrifici, i valori degli allevatori, che stanno alla base di un prodotto top di gamma. Ci stiamo dimenticando di prendere in considerazione tutte queste realtà, che lavorano la terra con passione, da generazioni, per portare sulle tavole la qualità. Toccherà al consumatore fare la sua scelta.

Davide Taricco

 

Titolare della D&D carni piemontesi di Marene