Che cos’è la punta di petto e come possiamo andare a valorizzarla in cucina? Vediamolo in questo articolo.

Punta di petto: che cos’è

Spesso presa in considerazione soltanto come carne per fare il brodo, la punta di petto è, invece, un taglio molto versatile.

Si tratta di un taglio di seconda categoria, proveniente dalla parte anteriore del bovino: più precisamente si tratta di muscoli del petto. È composta da una parte molto grassa e una parte magra. A seconda del tipo di preparazione che ci serve, possiamo scegliere di eliminare la parte grassa. 

Essendo fibra muscolare, risulta piuttosto dura: ecco perché deve essere cotta in maniera ottimale e con molte accortezze, onde evitare di sciuparla.

Come valorizzare in cucina la punta di petto

A seconda delle zone d’Italia, la punta di petto viene chiamata in modo differente: è spesso chiamata solo come “petto”, oppure come “petto grosso”. In alcune zone della Sicilia, invece, viene chiamata come “bruschetto”, ma sempre del solito taglio di carne si tratta. Come dicevamo precedentemente, in Italia si usa prevalentemente per fare ottimi brodi di carne o, in alcuni casi, per fare il macinato.

Si presta abbastanza bene alle lunghe cotture, come ad esempio quelle in umido. Dobbiamo fare attenzione, però, a non eccedere nella cottura, poiché altrimenti potrebbe risultare un po’ stopposa. Essendo una carne molto ricca di tessuto connettivo, regge bene le basse temperature. Si può anche preparare in forno oppure farcirla e prepararla ripiena. 

Se vogliamo seguire la tradizione statunitense, precisamente del Texas, possiamo pensare di preparare la punta di petto al barbecue. 

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